Parliamo di bulloni
Ing. Vincenzo Di Marzio – libero professionista • 10 dicembre 2024
I bulloni sono elementi di fissaggio meccanici utilizzati per collegare due o più elementi strutturali in acciaio. Sono essenziali nelle costruzioni in acciaio per la loro resistenza, affidabilità e facilità di installazione.
Tipi e classificazione: I bulloni sono classificati in base alla loro resistenza allo snervamento (fyb) e alla resistenza ultima a trazione (ftb)
Precarico: Il precarico è la tensione applicata , il serraggio gioca un ruolo significativo nelle connessioni ad attrito, dove l'attrito tra le superfici unite resiste al carico di taglio.
Verifiche di progetto: Le connessioni bullonate sono soggette a
varie modalità di collasso, tra cui:
- Resistenza a taglio: la capacità del bullone di resistere al taglio lungo il suo gambo.
- Resistenza a rifollamento: la capacità del materiale circostante il foro del bullone di resistere alla compressione.
- Resistenza a trazione: la capacità del bullone di resistere alla trazione.
- Resistenza al punzonamento: la capacità della piastra di resistere alla punzonatura dalla testa del bullone o dal dado.
- Scorrimento: movimento relativo tra le superfici unite nelle connessioni ad attrito.
- Lunghezza efficace: la lunghezza di una piastra o di un elemento strutturale che contribuisce efficacemente alla resistenza della connessione.
- Connessioni trave-colonna: Le connessioni trave-colonna nelle travi reticolari sono spesso progettate come cerniere, utilizzando piastre di estremità, angolari o connessioni saldate.
- Basi di colonne: Le basi di colonne trasferiscono i carichi dalle colonne alle fondazioni e sono progettate per resistere a forze di compressione, momenti flettenti e taglio.
- Controllo del precarico: Metodi come chiavi dinamometriche, rondelle con indicatori di precarico e bulloni HRC sono impiegati per controllare il precarico nei bulloni.
- Corrosione: La spaziatura adeguata dei bulloni è fondamentale per prevenire la corrosione nascosta.


Ai fini di una miglior comprensione dei modelli forniti dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, denominati allegato B , allegato B1 e allegato B2 si precisa quanto segue. Il Decreto Ministeriale numero 58 del 28/02/2017 prevede due tipi di classe del rischio sismico Classe PAM e Classe IS-V , la prima riferita all’aspetto meramente economico la seconda a quello strutturale (indice di sicurezza); la peggiore delle due determina la classe di rischio. Nel corpo normativo relativo al cosiddetto superbonus 110% , specificatamente al supersismabonus viene richiesto che dopo l’intervento vi sia un miglioramento ai sensi della NTC 2018 , tale miglioramento può determinare un salto di classe oppure no ; il salto di classe di cui si parla nel “ miglioramento ” è riferito all’indice di sicurezza Classe IS-V e non alla Classe PAM Purtuttavia può capitare , e spesso capita , che la classe di rischio rimanga quella iniziale p.esempio la G pur essendoci stato un salto nella classe IS-V p.es da F a E. A tal uopo il legislatore, per evitare confusione nel modello, bene ha pensato di far dichiarare al tecnico di quante classi è migliorata la struttura, riportando tuttavia la classe minore fra le due.